La collana “Le ricerche delle ACLI” è nata nel 2018, nel cinquantenario della fondazione di IREF, l’istituto di ricerche promosso dalle ACLI per comprendere le principali trasformazioni della società italiana. Nel mandato 2021-2024 le ACLI intendono sviluppare la propria elaborazione culturale attraverso un raccordo ancora più stretto con la progettualità sociale dei territori. È questa la loro antica e nuova vocazione: parte attiva della vita delle comunità, attraverso l’azione volontaria e le iniziative di promozione sociale, le Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani alimentano da sempre anche il pensiero e la proposta politico-culturale, a servizio del Paese. Questo compito è quantomai prezioso e urgente in tempo di pandemia, un presente che chiama alla responsabilità tutti i cittadini e in particolare i corpi intermedi nei quali essi si organizzano per contribuire al bene comune.
Emiliano Manfredonia
Presidente Nazionale delle Acli
Il populismo e il sovranismo non sono sub-culture velenose iniettate nelle vene della società italiana da un oscuro manovratore, ma sono risposte radicali a disagi maturati in contesti dove l’incertezza economica e il degrado sociale hanno reso particolarmente vulnerabili i ceti medi e popolari. L’antidoto per debellare queste spinte regressive rimane la produzione di benessere economico diffuso, grazie al protagonismo della società civile e ad un welfare più inclusivo. Queste e altre riflessioni sono contenute nel libro Le cinque Italie al voto, che raccoglie alcune ricerche condotte dall’Iref tra il 2017 e il 2018 per conto delle Acli. Nella prima parte del volume, attraverso l’analisi di un ampio campionario di indicatori e dati estrapolati da fonti statistiche ufficiali, si compie un viaggio nell’Italia della crisi, cercando di capire quale sia la nuova geografia economica e sociale emersa nell’ultimo decennio e quale sia il ruolo che i corpi intermedi possono giocare nell’attuale scenario. Nella seconda parte, esaminando i risultati delle elezioni politiche del 4 marzo 2018 e confrontandoli con gli esiti delle tornate elettorali del 2008 e del 2013, ci si chiede se esista una relazione tra dinamismo economico e sociale da un lato e dinamismo politico dall’altro. La risposta è certamente positiva, sebbene con alcune contro-intuizioni piuttosto intriganti. La strada per tornare ad essere il Belpaese sarà lunga e faticosa, il libro vuole essere un piccolo contributo per tracciarne il percorso.
Cosa significa per le giovani donne del nostro Paese confrontarsi con il mondo del lavoro? A quali compromessi sono chiamate? E le donne delle altre generazioni come vivono la stessa esperienza? Valore Lavoro mette a tema lo svantaggio femminile nel mondo del lavoro, analizzando le opinioni e gli atteggiamenti delle donne che testardamente continuano ad abitarlo o a bussare alle sue porte. Ne emerge un quadro di grave penalizzazione per le giovani, che non si esaurisce nel tempo, ma accompagna le donne lungo tutta la vita lavorativa, seppure in forme diverse. Emergono, però, anche le istanze di emancipazione e realizzazione femminile, che vedono nel lavoro retribuito un ambito privilegiato e irrinunciabile per esprimersi.
Cosa sta significando per i giovani italiani essere cresciuti sentendosi ripetere che il lavoro è un problema, soprattutto per loro? Il ri[s]catto del presente è il ritratto di una generazione nativa precaria, disposta a lavorare in deroga ai diritti tradizionali, con un’idea inedita del sindacato e delle tutele, capace in alcuni casi di aggirare le penalizzazioni subite nel mercato del lavoro. La ricerca confronta il punto di vista di tre diversi gruppi di under30: i figli degli immigrati, i ragazzi che sono andati a lavorare all’estero (gli expat) e quelli che invece sono rimasti in Italia, condizioni giovanili diverse, comunque sospese tra il ricatto della precarietà e tentativi di riscatto professionale.
Comunità, spazio, interiorità, relazione, sosta, riflessività, sono solo alcune delle dimensioni che attraversano la vita quotidiana e che intrecciano la trama del racconto di un’esperienza formativa triennale rivolta ad animatori di comunità, promossa dalle Acli. Dal tentativo di “tenere in dialogo” una pluralità di linguaggi differenti nasce questo libro singolare, in cui confluiscono i principali contributi di riflessione, gli spunti, i concetti, gli approcci e le energie, frutto di un percorso corale. Docenti, formatori, ricercatori sociali, partecipanti, coordinatori del processo offrono il proprio apporto di idee e di esperienze, come in una conversazione a distanza che origina da una molteplicità di luoghi: l’aula, il territorio, il gruppo, la comunità, il pensiero, l’azione di ricerca e altro. È un invito a cogliere un’opportunità, ad inoltrarsi nei sentieri aperti delle domande che conducono verso direzioni inesplorate. Cosa significa agire processi di partecipazione e sviluppo nella comunità? Come l’animazione può diventare una pratica sociale discorsiva, capace di far emergere e organizzare le domande sociali? È possibile riconsiderare i rapporti tra centro e periferia, cogliendone gli aspetti trasformativi a partire dal vissuto di chi abita gli spazi? Quali implicazioni incontriamo nel ripensare percorsi educativi e di crescita della persona? Avanzando tra questi interrogativi il volume accompagna attraverso un viaggio dove la formazione, l’animazione e l’esplorazione, si nutrono una dell’esperienza dell’altra, sperimentano un legame complesso nella pratica e nella riflessione. Non si tratta di un libro definitivo. I contenuti e gli stimoli proposti non rispondono ad una tesi precostituita e, per questo, cercando di uscire dalle consuete traiettorie, si prestano ad una rilettura alla luce di quello che accade ora: l’esperienza di una emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo.
Il cibo è al centro di un rinnovato interesse, che dà risalto ai suoi molti significati. Tuttavia, è anche il crocevia di situazioni paradossali. Specialmente lo spreco alimentare, che dissipa le risorse necessarie alla sua produzione e contrasta con la fame presente ad ogni latitudine, risulta incomprensibile. Tante sono le iniziative che, nella duplice logica della solidarietà e della sostenibilità, si sono sviluppate in Italia per consentire che il cibo in eccesso per alcuni diventi risorsa per altri. Il libro presenta i risultati di una ricerca sulle reti di recupero e distribuzione delle eccedenze promosse dalle ACLI in tre differenti contesti urbani, valutandone sia il profilo organizzativo, sia l’approccio culturale nell’ottica del foodscape.